Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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La direttrice medico di Pfizer Italia, in una intervista a SkyTg24, ha bocciato l'allungamento a sei settimane del range di somministrazione della seconda dose di vaccino anti-Covid. In particolare ha riferito che “il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione dopo 21 giorni. Dati su un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale….consiglio di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici perché possono garantire i risultati che hanno permesso l’autorizzazione.” La scelta di allungare i tempi tra le due somministrazioni, approvata dal Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute, permetterebbe un aumento della platea dei vaccinati con una dose di Pfizer e quindi una estesa copertura anche se non completa. Le Regioni italiane hanno fatto scelte diverse tra loro. Il Trentino somministra la seconda dose al 42° giorno di distanza dalla prima, il Lazio e l’Emilia Romagna hanno scelto un intervallo di 35 giorni, la Lombardia tra i 35 e i 42 giorni. Insomma la campagna vaccinale prosegue in maniera disomogenea tra una Regione e l’altra. Ora le dichiarazioni della Pfizer hanno generato non poca inquietudine. Se gli studi scientifici hanno valutato che i 21 giorni sono l’intervallo ottimale, nulla si sa degli effetti del prolungamento dell’intervallo. Solo a posteriori si saprà se la scelta è stata appropriata o meno. La Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi (Foce) ha espresso forte preoccupazione in merito all’allungamento dei tempi tra le due inoculazioni e raccomanda che la seconda dose del vaccino vada fatta entro 21 giorni a tutte le fasce più fragili della popolazione. Secondo i dati forniti dalla Fondazione GIMBE al 5 maggio 2021, il Trentino si trovava all’ultimo posto delle Regioni italiane nella classifica della copertura completa della vaccinazione (7,8%). Il 20% della popolazione trentina invece ha ricevuto la prima dose. Considerato che, almeno dalle notizie riportate dalla stampa, i vaccini Pfizer arriveranno in gran numero, pare 3 milioni di dosi in Italia tra il 12 e 15 maggio, ci si chiede se non sia una scelta opportuna rivedere l’intervallo di tempo dei 42 giorni e, se non si riesce a riportare a 21 giorni, almeno accorciare i tempi in modo da attenersi il più possibile alle indicazioni dell’azienda fornitrice e agli studi effettuati. Inoltre ad attenersi ai 21 giorni tra una somministrazione e l’altra per le categorie più fragili della popolazione. Tutto ciò premesso il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale : a valutare la possibilità di accorciare i tempi di somministrazione tra la prima e la seconda dose del vaccino Pfizer in modo tale da attenersi il più possibile alle indicazioni dell’azienda produttrice che si basano su studi scientifici effettuati, in particolare per le categorie più fragili della popolazione.
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LUCIA COPPOLA |
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